Tutto ciò che oggi colleghiamo alla parola “SPA” si riconduce spesso al rituale che, solitamente, si vive in luoghi adibiti ai trattamenti estetici o per il relax. Ci si dimentica però che tutto quello che avviene in questi luoghi ha origini molto antiche e radicate nella cultura di popoli diversi. Il termine, o acronimo, stesso “SPA” denuncia le sue evidenti origini latine (Salus per aquam) ma quella degli antichi romani non è l’unica cultura propagatasi nel tempo in tema di benessere.
Si possono identificare quattro principali matrici culturali: finlandese, russa, latina, araba. Tutte hanno rimandi diretti alle abitudini odierne per quanto riguarda la cura del corpo ed i tipi di prodotti che si utilizzano per tale scopo.
Il rituale finlandese prevede l’utilizzo della cosiddetta savusauna (o sauna finlandese), un ambiente molto caldo, circa 90°, ed una bassa umidità, dove avviene una forte sudorazione che ha lo scopo di distendere la muscolatura, raggiungere l’equilibrio sonno-veglia e un rilassamento generale. Di matrice russa è invece la “banja” (bagno di vapore), un ambiente più umido e meno caldo della sauna finlandese ma con effetti simili; dei rami di betulla vengono utilizzati per effettuare dei massaggi, dopo essere stati immersi in acqua bollente, con notevoli risultati sul miglioramento della circolazione. Le thermae romane rappresentano invece l’insieme di elementi che più ha influenzato l’immagine attuale delle SPA, dal punto di vista della dislocazione degli ambienti e per la loro funzione di edificio aperto al pubblico. L’ambiente più interessante per il suo rimando diretto alle abitudini odierne in tema di percorso termale è il “laconicum”: una stanza surriscaldata dove il calore veniva propagato per trasmissione, diversamente dalle fonti dirette nella sauna e nella banja, favorendo una sudorazione lenta e costante. Lo stesso identico principio si ritrova oggi nelle SPA nei cosiddetti “bagni mediterranei”. La matrice latina si trasforma e viene adattata alla cultura araba all’interno del rituale dell’hammam: un comprensorio simile alle thermae ma con gestione diversa delle fonti di calore e delle temperature degli ambienti, che sono di circa 35° con un’umidità molto levata. Questo “bagno di vapore” permetteva la purificazione del corpo e originariamente precedeva il momento della preghiera. Ritroviamo oggi, oltre che la tipologia di trattamento rimasta pressoché identica, l’utilizzo del sapone nero, che un tempo si realizzava con la cenere.
Questi pochi cenni alle matrici storiche dei rituali legati al benessere sono, a nostro avviso, necessari per introdurre alcune tematiche che verranno affrontate in post successivi. È giusto inoltre sottolineare come i principi che davano vita a queste importanti attività per popoli molto diversi e distanti tra loro, fossero in realtà del tutto simili: necessità di igiene, riscaldamento e socialità. Soprattutto quest’ultima merita di essere studiata ed analizzata in varie sfaccettature, dipendentemente dal contesto in cui si radica ogni rituale: socialità intesa come riunione in uno spazio pubblico ma anche come riunione del nucleo familiare. È proprio quello che oggi avviene in un centro benessere – SPA o quello che si può quotidianamente riproporre in casa propria.
Ci è parso utile e originale indagare questo secondo aspetto in una chiave nuova, chiedendoci se fosse possibile riprodurre nel proprio ambiente domestico le sensazioni derivanti da questi rituali, senza necessariamente possedere macchinari tecnologici e costosi.
[…] Dopo aver fatto qualche breve accenno all’origine storica e culturale della cura del corpo, iniziamo a parlare di qualche prodotto che potrebbe riproporre alcune sensazioni tipiche proprio di quei rituali (leggi I rituali). […]
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